lunedì 23 gennaio 2017

Ceci n'est pas un goût italien


Il primo lavoro che ho trovato venendo in Francia è stato dentro una pizzeria italiana. Le pizzerie si contano lungo la strada intervallate dai kebabbari, per una densità di una ogni due abitanti.
La bandiera italiana viene sfoggiata a stendardo di bontà e qualità dalle pizzerie francesi e spagnole, ma di pizza italiana rimane a malapena la forma.
Io no. Io sono andata a lavorare dove la pizza la fanno i romani e su com’era buona quella pizza io non posso dire nulla.
A quanto pare però, alcuni italiani non esportano solo la pizza. Ma anche il modo isterico e folle di dirigere un ristorante. E quindi mi sono trovata sfruttata da un Italiano dall’altra parte d’Europa, come se al momento di partire, mi fossi portata un cafone a caso nel taschino, nel caso in cui del parmigiano e degli italiani ne avessi sentito troppa mancanza.
Poi ho capito perché il mio capo preferiva lavorare con italiani o meglio con le coppie di italiani. Perché avrebbe potuto ricattarli facilmente. Perché noi italiani siamo abituati a subire, a dire vabbene a troppe cose.
Ho scritto una favola.
Me la racconto prima di dormire, così mi ricordo che devo darmi ascolto più spesso.
E anche che a rischiare un po', in qualche maniera ci si arrangia.


















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